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Alzheimer, arriva il test del sangue per diagnosticarlo

Alzheimer, arriva il test del sangue per diagnosticarlo

Alzheimer, arriva il test del sangue per diagnosticarlo: vaccino sempre più vicino

Importanti progressi nella ricerca sull’Alzheimer: si lavora su un test del sangue in grado di individuare la malattia prima della comparsa dei primi sintomi e sul vaccino

L’Alzheimer è una delle patologie neurodegenerative più invalidanti nel nuovo millennio per il quale ancora non è stata trovata una vera e propria cura. Sebbene siano infatti diverse le terapie che permettono di rallentarne i sintomi, non si ha ancora un rimedio definito. E pertanto si lavora su due fronti: da un lato la diagnostica preventiva, attraverso un test del sangue in grado di individuare la malattia prima della comparsa dei sintomi e bloccarla attraverso una terapia mirata, e dall’altro il vaccino.

Del primo se ne sono occupati gli  esperti della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative che, in uno studio pubblicato su ‘Nature Medicine’, hanno evidenziato come un semplice esame del sangue sia in grado rilevare in modo affidabile i segni di danni cerebrali nelle persone che sono sulla strada per sviluppare la malattia di Alzheimer.

L’aspetto più interessante è che sarà possibile effettuare il test ancora prima che si manifestino sintomi come segni di confusione e perdita di memoria.

Si tratta di un’analisi che potrebbe un giorno servire anche per altre condizioni neurodegenerative come la sclerosi multipla, i traumi cranici o l’ictus. Il test rileva la catena del neurofilamento, una proteina strutturale che fa parte dello ‘scheletro‘ interno dei neuroni. Quando i neuroni cerebrali vengono danneggiati o muoiono, la proteina si riversa nel liquido cerebrospinale che bagna il cervello e il midollo spinale e, da lì, nel sangue. Dimostrare la presenza di alti livelli di proteine nel liquido cerebrospinale di una persona è un elemento che fornisce una forte evidenza di danno cerebrali. Tuttavia di contro, per effettuare l’esame è necessario effettuare una puntura spinale che molte persone sono riluttanti a effettuare.

United Neuroscience ha annunciato risultati positivi di prima linea dallo studio clinico di fase IIa sul vaccino UB-311. L’azienda biotech ha scoperto che il nuovo siero peptidico sintetico che bersaglia la proteina beta amiloide soddisfa gli obiettivi primari di sicurezza e immunogenicità con un tasso di risposta del 96%. Si tratta del prodotto in più avanzato stadio di sviluppo contro l’Alzheimer.

“Questi risultati positivi – afferma Peter Powchik, vicepresidente esecutivo Ricerca e Sviluppo della società irlandese – dimostrano che possiamo tranquillamente aumentare e mantenere i titoli anticorpali anti-Aβ in modo prevedibile e sostenuto. Tassi di risposta elevati, riproducibilità della risposta e generazione di anticorpi diretti verso le pertinenti specie di proteine ​​tossiche sono elementi chiave di un vaccino terapeutico efficace per condizioni neurodegenerative come l’Alzheimer. La nostra piattaforma sta dimostrando che si possono soddisfare questi requisiti”.