
22 Gen Alzheimer, arriva il test del sangue per diagnosticarlo
Alzheimer, arriva il test del sangue per diagnosticarlo: vaccino sempre più vicino
Importanti progressi nella ricerca sull’Alzheimer: si lavora su un test del sangue in grado di individuare la malattia prima della comparsa dei primi sintomi e sul vaccino
L’Alzheimer è una delle patologie neurodegenerative più invalidanti nel nuovo millennio per il quale ancora non è stata trovata una vera e propria cura. Sebbene siano infatti diverse le terapie che permettono di rallentarne i sintomi, non si ha ancora un rimedio definito. E pertanto si lavora su due fronti: da un lato la diagnostica preventiva, attraverso un test del sangue in grado di individuare la malattia prima della comparsa dei sintomi e bloccarla attraverso una terapia mirata, e dall’altro il vaccino.
Del primo se ne sono occupati gli esperti della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative che, in uno studio pubblicato su ‘Nature Medicine’, hanno evidenziato come un semplice esame del sangue sia in grado rilevare in modo affidabile i segni di danni cerebrali nelle persone che sono sulla strada per sviluppare la malattia di Alzheimer.
L’aspetto più interessante è che sarà possibile effettuare il test ancora prima che si manifestino sintomi come segni di confusione e perdita di memoria.
Si tratta di un’analisi che potrebbe un giorno servire anche per altre condizioni neurodegenerative come la sclerosi multipla, i traumi cranici o l’ictus. Il test rileva la catena del neurofilamento, una proteina strutturale che fa parte dello ‘scheletro‘ interno dei neuroni. Quando i neuroni cerebrali vengono danneggiati o muoiono, la proteina si riversa nel liquido cerebrospinale che bagna il cervello e il midollo spinale e, da lì, nel sangue. Dimostrare la presenza di alti livelli di proteine nel liquido cerebrospinale di una persona è un elemento che fornisce una forte evidenza di danno cerebrali. Tuttavia di contro, per effettuare l’esame è necessario effettuare una puntura spinale che molte persone sono riluttanti a effettuare.
United Neuroscience ha annunciato risultati positivi di prima linea dallo studio clinico di fase IIa sul vaccino UB-311. L’azienda biotech ha scoperto che il nuovo siero peptidico sintetico che bersaglia la proteina beta amiloide soddisfa gli obiettivi primari di sicurezza e immunogenicità con un tasso di risposta del 96%. Si tratta del prodotto in più avanzato stadio di sviluppo contro l’Alzheimer.
“Questi risultati positivi – afferma Peter Powchik, vicepresidente esecutivo Ricerca e Sviluppo della società irlandese – dimostrano che possiamo tranquillamente aumentare e mantenere i titoli anticorpali anti-Aβ in modo prevedibile e sostenuto. Tassi di risposta elevati, riproducibilità della risposta e generazione di anticorpi diretti verso le pertinenti specie di proteine tossiche sono elementi chiave di un vaccino terapeutico efficace per condizioni neurodegenerative come l’Alzheimer. La nostra piattaforma sta dimostrando che si possono soddisfare questi requisiti”.